Da sempre l'utilizzo di attrezzi da pesca comporta il rischio della perdita dell'attrezzo stesso, le cause possono essere molteplici la più ovvia è incontrare un ostacolo sul fondo ( una roccia, una secca, un relitto ) ma condizioni meteo, mareggiate, perdite accidentali o altri eventi naturali e non causano la perdita della rete o dell'attrezza da pesca.
Lo strumento da pesca disperso viene definito in inglese A.L.D.F.G. ( Abandoned, Lost or otherwise Discarged Fishing Gear) per brevità Gosth Fishing, in Italia parliamo di “ reti fantasma “ ed il termine indica non solo reti ma anche lenze, nasse, palamiti, le varie trappole per la pesca di crostacei o polpi, etc.
Una rete fantasma continua il suo lavoro e lo farà per anni se non secoli. Le attuali attrezzature non sono in canapa, cotone o altri materiali biodegradabili ma di fibre sintetiche e plastica che richiederanno centinaia di anni per disgregarsi.
Le conseguenze ed i danni delle reti fantasma sono facilmente immaginabili:
La continua cattura di pesci e di altri animali ( tartarughe,mammiferi ed uccelli marini ) che rimangono intrappolati
impatto sui fondali ed ecosistemi marini
rischi per la navigazione e possibili incidenti in mare per altre imbarcazioni
E sono considerate di importanza tale che istituti specifici del ONU come FAO (Food & Agriculture Organization ) e UNEP ( United Nations Environment Programme ) sono attive nel contenimento delle conseguenze.
Andando in acqua tutti i giorni la quantità di plastica che recuperiamo è notevole a prescindere dalle reti fantasma. Ma come per il rifiuto generico ed anzi a maggior ragione, dati i rischi connessi, il recupero di attrezzature da pesca richiede particolare attenzione.
Purtroppo è sempre più facile incontrare “reti fantasma”, in tutte le accezioni del termine, durante le immersioni e mentre a volte l'intervento può essere molto semplice in altri casi è meglio segnalare la presenza e pianificare il recupero in coordinamento con le autorità locali.
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